Un Doblò per Totò

13 giugno, 2010

Zaia sostituisce Mameli col "Va pensiero" I ministri ex An: "Oltraggio alla nazione"

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Cambio di programma all'inaugurazione di una scuola. La smentita del governatore: "Polemica inesistente". Ma i testimoni insistono: "Cantata l'aria di Verdi". Gava conferma. Cota: "Questione chiarita"

TREVISO - Niente inno di Mameli nella città baluardo della Lega. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, arrivato all'inaugurazione di una nuova scuola primaria di Fanzolo di Vedelago (Treviso), ha preteso di sostituire l'esecuzione dell'inno nazionale con Va pensiero. Un cambio di programma che, riporta oggi La Tribuna 1, avrebbe fatto infuriare la direttrice dell'ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo, che si sarebbe riservata di denunciare l'accaduto all'assessore regionale, Elena Donazzan. "Un fatto grave" commenta il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Ancora più duro il suo collega alle Politiche comunitarie Andrea Ronchi  che parla di "oltraggio alla nazione". Ma il governatore del Piemonte difende il collega leghista: "Vicenda già chiarita".
Oggi l'ufficio del governatore tenta di chiudere la polemica sostenendo che il cerimoniale non è stato sconvolto. L'ex ministro precisa in una nota di non essere "intervenuto sul programma della manifestazione". "L'Inno di Mameli è stato regolarmente cantato dal coro al momento del taglio del nastro - sostiene Zaia - credo che queste precisazioni siano utili per chiudere definitivamente una polemica che non aveva e non ha ragion d'essere".

Ma tre testimoni, fra cui il direttore del coro che ha eseguito i brani, interpellati dall'Ansa, hanno invece raccontato che alla fine dei discorsi ufficiali e della benedizione del parroco, prima del taglio del nastro per l'inaugurazione della nuova scuola, è stato cantato Va pensiero al posto dell'inno di Mameli. "Fratelli d'Italia" è stato sì eseguito, ma solo quando il presidente Zaia si trovava all'interno della nuova struttura scolastica. Sarebbe stato quindi invertito il programma ufficiale che prevedeva l'inno al taglio del nastro e successivamente, a fine cerimonia, l'aria di Verdi.
Una testimone ha riferito che due persone dello staff del presidente avrebbero fatto presente agli ammministratori e agli organizzatori che Zaia non avrebbe gradito l'inno nazionale nel clou dell'evento. Il giornalista de La Tribuna che ha sollevato il caso, ha ribadito di aver sentito cantare solo il Va Pensiero, mentre un'altra testimone ha confermato che l'Inno di Mameli è stato eseguito dopo l'aria verdiana, quando le autorità erano già nella scuola per una visita, preceduti dal sindaco di Vedelago. Versione confermata anche dal direttore del coro, la Polifonica di Salvarosa, chiamato dall'amministrazione di Vedelago per la manifestazione.
A confermare la versione del giornalista de La Tribuna Fabio Gava, parlamentare del Pdl: "Personalmente io, che ero presente alla cerimonia, non ho sentito eseguire l'Inno di Mameli. Adesso si chiarisca se la modifica dell'esecuzione - continua l'on.Gava - sia stata frutto di una richiesta del presidente del Veneto, fatto che riterrei piuttosto grave e al quale ritengo di non poter plausibilmente credere anche solo per una questione di coerenza istituzionale, oltre alle dichiarazioni fatte dallo stesso Zaia, o tutt'al più si tratti di un eccesso di zelo 'padano' di un qualche esponente membro del neonato, e forse abituato ad altre sensibilità, staff del presidente". Un episodio che merita la giusta attenzione e che dovrà essere chiarito: "Di certo - prosegue Gava - non sono infuriato, atteggiamento che non mi appartiene, ma che cosa esattamente sia accaduto all'inaugurazione di sabato a Fanzolo di Vedelago è necessario chiarirlo. È chiaro - conclude - che su certe tematiche, sopratutto quando si coinvolgono ragazzi e ci si trova al di fuori della pura agorà politica, non sono tollerabili né leggerezze, né errori: non siamo sempre in campagna elettorale".
La scuola, realizzata dal sindaco leghista Paolo Quaggiotto, è stata costruita all’insegna delle nuove tecnologie e del risparmio energetico. Anche per questo a inaugurarla ieri mattina erano arrivati addirittura il presidente della Regione, assieme al presidente della Provincia, Leonardo Muraro. Il programma prevedeva che il coro di Salvarosa, frazione della vicina Castelfranco, avrebbe salutato l'arrivo delle autorità eseguendo proprio l'inno di Mameli. Ma, scrive oggi La Tribuna, una ventina di minuti prima del taglio del nastro, il portavoce del governatore, l'avrebbe fatto sostituire con la celebre aria del Nabucco di Verdi. "Niente inno italiano finché ci sono io" avrebbe detto l'ex ministro dell'Agricoltura, già presidente della provincia di Treviso, al suo uomo.
Immediate le reazioni politiche all'episodio. "Zaia ha fatto sostituire l'Inno di Mameli con il Va pensiero? Non mi sembra possibile, anche perché il Va pensiero è ancora più patriottico dell'Inno di Mameli, e dunque sarebbe contraddittorio per un leghista. Comunque, se fosse vero, sarebbe grave, perché non spetta a un governatore far sostituire l'inno italiano" ha commentato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Durissimo il titolare delle Politiche comunitarie Andrea Ronchi: "Aver deciso che l'Inno di Mameli fosse suonato senza la presenza delle autorità è un oltraggio alla nazione italiana.  Quello che preoccupa è la sospetta consequenzialità di atteggiamenti simili da parte di esponenti della Lega tutti tesi a mettere in discussione nella forma e nella sostanza il concetto di unità d'Italia. Il Carroccio è certamente un alleato importante. Ma si sappia che sul concetto di unità nazionale, dall'inno d'Italia al federalismo, non faremo sconti a nessuno".
"Non è una cosa che aiuta il Paese" aggiunge il sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto (Pdl). "In un momento in cui ci si concentra su una dimensione internazionale, sentire queste cose non fa piacere. Mi pare un atteggiamento semplicemente distruttivo".
''Se fosse vero che il ministro Zaia ha preteso di non far suonare l'inno nazionale per l'inaugurazione di un plesso scolastico in Veneto sarebbe da chiedere che il Governo ne riferisse nell'aula della Camera - ha dichiarato Emanuele Fiano del Pd -. Ovviamente non sarà vero e non ve ne sarà bisogno perché sarebbe pazzesco che un ex ministro della Repubblica, mentre a centinaia di servitori del paese, per esempio poliziotti e militari, viene chiesto anche in queste ore di continuare a difendere la sicurezza e i simboli di questo Paese vi sia un uomo di governo che irride il concetto di unità d'Italia''. Nessuna giustificazione a un gesto del genere può essere trovata secondo Andrea Martella (Pd):  "Si tratta di un atto sovversivo, che va contro l'Italia e gli italiani. Ed è ancora più imperdonabile perchè compiuto, durante l'inaugurazione di una scuola pubblica, per volontà di un uomo che guida un'istituzione democratica".
Per il sindaco di Padova, Flavio Zanonato, "quando non ci sono proposte per i cittadini del Veneto, quando si sottraggono risorse ai Comuni che sono in difficoltà da parte del governo, si cerca di distrarre l'attenzione con queste trovate. A Zaia - aggiunge Zanonato - chiedo di difendere il Veneto che è massacrato da una politica di governo che ci considera l'ultima ruota del carro. Il governo leghista non ci dà i soldi e fa suonare il Va pensiero. Cercano - conclude - di distrarre l'attenzione dai fatti che interessanto la gente".
"Se corrisponde al vero siamo di fronte a un un fatto gravissimo che condanniamo con forza e chiediamo al governo di prenderne le distanze con il gesto di Zaia senza se e senza ma. Questa volta si tratta di un gesto sprezzante e intollerabile che umilia il Paese e la Costituzione" afferma Massimo Donadi, capogruppo di Italia dei Valori alla Camera. La stessa posizione assume Luigi de Magistris, eurodeputato dell'Idv. ''Se veramente il governatore del Veneto Zaia ha deciso la sostituzione dell'inno di Mameli durante un'occasione in cui rivestiva un ruolo istituzionale - ha detto -, saremo di fronte ad un atto tanto tracotante quanto offensivo verso il Paese, oltre che indegno verso la carica stessa che Zaia ricopre''. E aggiunge: ''Non una novità purtroppo, ma l'ennesimo episodio di disprezzo e offesa verso la Repubblica e la storia nazionale a cui questa forza razzista e secessionista ci ha abituati".
"Non compete al presidente della Regione di modificare disposizioni e norme contenute nel nostro regolamento, nella tradizione storica del Paese, nelle disposizioni del presidente della Repubblica e della Costituzione. Quindi Zaia si adegui e non si arroghi diritti arbitrari che offendono i veneti italiani" dichiara il capogruppo del Pd in regione Veneto, Laura Puppato, annunciando che farà come "Pd un'interpellanza a risposta immediata perché quanto accaduto è una caduta di stile e un ulteriore elemento di negatività in terra consiliare e interpalamentare".
"Zaia vieta l'inno di Mameli. Si vergogni. Amiamo il Veneto e siamo fieri di essere italiani" commenta Antonio De Poli (Udc), secondo cui "il primo cittadino di una regione dovrebbe dare il buon esempio di rispetto verso le istituzioni. Zaia dovrebbe tenere ben a mente che rappresenta i veneti e quando interviene in qualità di governatore non si deve permettere di calpestare la nostra storia. Lancio un appello: appendiamo la nostra bandiera fuori dalle case".
Anche Ffwebmagazine, il periodico online della Fondazione Farefuturo attacca il governatore. Il periodico online  promette "un mese senza criticare la Lega. Ci toccherebbe - viene spiegato - ripetere sempre le stesse cose, ricordare i principi fondamentali della nostra Repubblica, qualche nozione di diritto internazionale, un po' di solidarietà e carità cristiana. E poi perché non conviene prestarsi al gioco. Ma soprattutto perché mentre la Lega si occupa di rassicurare il suo elettorato a suon di proclami, noi vorremmo tifare la nostra Nazionale in santa pace, dato che la loro ha già giocato".
Si tratta solo di una polemica inutile quella nata intorno alla vicenda secondo il governatore del Piemonte, Roberto Cota, che difende il collega leghista del Veneto: "Zaia ha già chiarito tutto", dice Cota intervenendo ad un banchetto dei giovani della Lega Nord nel centro di Torino. "Probabilmente le persone che fanno queste polemiche - sottolinea - hanno poco da fare. Noi governatori, invece, abbiamo tanto da lavorare e non abbiamo tempo per le polemiche inutili".

(13 giugno 2010)

Articolo tratto da www.repubblica.it

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