Un Doblò per Totò

15 giugno, 2010

Inno di Mameli, ancora bufera su Zaia La Russa: "Ddl per renderlo obbligatorio"

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Il governatore veneto si difende: "Tutti hanno commentato una notizia falsa". Il suo portavoce si assume la responsabilità. Il ministro della Difesa propone una legge per disciplinare l'uso nelle cerimonie ufficiali

MILANO - Non si placano le polemiche suscitate dalla mancata esecuzione dell'inno di Mameli 1 alla presenza del governatore del Veneto, Luca Zaia. Sulla vicenda interviene di nuovo il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che passa all'azione con una proposta: "Presenterò un disegno di legge, non so ancora se a livello governativo o a livello parlamentare, per disciplinare l'uso obbligatorio dell'inno nazionale in determinate situazioni".
L'esecuzione del Va' pensiero di Verdi al posto dell'inno di Mameli ha scatenato una bufera sul governatore veneto che si difende sostenendo che si è trattato di una "balla colossale 2". "Tutto è nato dal fatto che un giornale locale ha riportato con pieno titolo in prima pagina 'Zaia vieta l'inno di Mameli'. La notizia è stata ribattuta dalle agenzie e tutti hanno commentato una notizia falsa" ha ribadito oggi il presidente leghista a Sky Tg24. "C'erano due cori - ha spiegato il governatore - uno di bambini e l'altro di adulti messi in un piazzale nella parte all'ombra; in mezzo c'era il palco e a lato la zona dell'inaugurazione un po' distante dai cori. Sono stati cantati il Va' pensiero, l'inno di Mameli durante il taglio del nastro e anche altre canzoni; tutto in maniera molto regolare.

Del resto voglio precisare che io non mi occupo delle inaugurazioni degli altri".
A prendersi la responsabilità di quanto è accaduto, confermando la mancata esecuzione delll'Inno nazionale durante il taglio del nastro, è stato il suo portavoce Giampietro Beltotto 3: in un'intervista alla Tribuna di Treviso, il quotidiano che ieri ha fatto scoppiare il caso, ammette di essere stato lui, all'insaputa del governatore, ad aver fatto slittare l'esecuzione dell'inno di Mameli, facendolo precedere dal Va' pensiero. "Zaia non sapeva nulla" precisa Beltotto, spiegando che "si è trattato di un errore involontario senza alcun intento politico". Il portavoce del governatore ha chiesto scusa sia all'onorevole Gava del Pdl, che era presente, sia alla direttrice regionale della scuola, Carmela Palumbo, la prima a protestare per la mancata esecuzione dell'inno.
Ecco allora l'iniziativa del ministro La Russa, annunciata oggi al suo arrivo alla riunione di Assolombarda. Con una legge, ha precisato, ci sarà "un riferimento normativo, come esiste per l'esposizione della bandiera. In questo modo eliminiamo un'altra occasione di discussione". Il titolare della Difesa tenta di minimizzare la responsabilità del governatore: "Sono l'unico che ha dubitato che Zaia avesse effettivamente deciso di non far suonare l'inno. Ho fatto bene perché ho scoperto che invece è stato suonato. Credo però  che una sottovalutazione di questo che è un momento centrale delle cerimonie pubbliche ci sia stato anche in quell'occasione". Quindi ha ribadito che il Va' pensiero scelto dalla Lega come inno di partito "è perfino più patriottico di quello di Mameli".

(14 giugno 2010)

Articolo tratto da www.repubblica.it

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