Un Doblò per Totò

24 agosto, 2009

Scuola, "900 euro a studente" Atenei, volano le tasse

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Analisi di Federconsumatori e Adusbef sugli aumenti di libri, matite, astucci e zainetti
Rincari anche all'Università: in cinque anni l'iscrizione è aumentata di 300 euro

Il ministero: "Nel prossimo triennio risparmio sui testi obbligatori del 30%"
E nel frattempo i consigli per spendere meno, dall'usato allo sciopero degli acquisti

ROMA - E' iniziata la corsa agli acquisti di cartelle, astucci, quaderni e libri, ma per i genitori non sarà un periodo facile: per il nuovo anno scolastico le famiglie italiane arriveranno a spendere anche 900 euro per studente. Peggio ancora per chi deve iscrivere i figli all'Università: secondo i dati del Tesoro in cinque anni le tasse sono aumentate del 40%.
Il ministero dell'Istruzione però calcola che nel prossimo triennio le famiglie spenderanno il 30% in meno per l'acquisto dei libri scolastici. Come? Grazie al tetto di spesa imposto agli insegnanti e all'obbligo - a partire dal 2011 - di adozione di testi utilizzabili nelle versioni online scaricabili da internet o miste (quelle cioè che integrano sezioni digitali e cartacee).


Tutti gli aumenti dai libri agli astucci. Federconsumatori e Adusbef, nella loro analisi in vista della riapertura delle scuole, non considerano solo i libri (aumento tra il 3 e il 5%), ma anche tutto il resto del corredo scolastico. A crescere maggiormente (con punte tra il 10% e il 16% rispetto al 2008) sono soprattutto i prodotti di marca (zaini, astucci, diari), quelli più gettonati dai ragazzi.
Alla spesa iniziale vanno aggiunti poi i costi da sostenere durante l'anno per i ricambi del materiale didattico (quaderni, album da disegno, penne, matite, colori, accessori, ecc.) per i quali si arriva anche 250-300 euro. Rimangono stabili, invece, i prezzi di quadernoni e matite colorate, che hanno già subito un rincaro lo scorso anno.


I consigli per risparmiare. E' possibile spendere meno dei 900 euro previsti? Federconsumatori ed Adusbef consigliano di effettuare una scorta di quaderni, album da disegno e matite colorate approfittando delle offerte che si presentano in questo periodo dell'anno.

Per i libri, invece, le associazioni dei Consumatori chiedono che vi siano maggiori controlli "rispetto al puntuale sforamento dei tetti di spesa fissati dal Ministero, che dovrebbero attestarsi, ad esempio, a cifre inverosimili come 286 euro per la I media e 320 euro per il 4 ginnasio in un Liceo Classico". Chiedono di segnalare quando la spesa diventa eccessiva, facendo particolare attenzione ai libri di testo consigliati "che spesso divengono obbligatori". Paolo Landi (Adiconsum) parla di un vero e proprio raggiro dei limiti imposti e propone d'inserire "anche i libri consigliati nei tetti".
Ai genitori il compito di controllare se le nuove edizioni siano effettivamente nuove o non ci sia solo un diverso ordine degli argomenti o l'aggiunta di una pagina. Ovviamente, il modo migliore per risparmiare è rivolgersi al mercato dell'usato. Gli scambi diretti tra studenti permettono un risparmio anche del 50% sul prezzo di copertina. Altrimenti si può provare nelle bancarelle dell'usato o nelle apposite librerie. Tra i consigli, pretendere che nella biblioteca della scuola o del Comune ci siano in abbondanza i libri di testo, in modo da poter ricorrere a prestiti a domicilio. Altro suggerimento è quello della condivisione: avete un compagno di classe con il quale fate solitamente i compiti? Acquistate un solo libro e poi dividetevelo da buoni amici.
Un'altra battaglia delle associazioni consumatori riguarda la copertina dei libri: quelle in cartone pesante non solo gravano sulla schiena degli alunni ma anche sulle tasche dei genitori. "Per questo da anni chiediamo che i libri siano leggeri, in sezioni a se stanti, fascicolate, ciascuna afferente a momenti sufficientemente autonomi della disciplina, in modo di consentire acquisti anche singoli e dilazioni della spesa. In tal modo, in caso di effettivo aggiornamento, potrà essere acquistato solo il capitolo realmente modificato e non tutto il testo. Il materiale cartaceo dovrebbe essere di costo contenuto". Il Codacons ha anche proposto che le case editrici vengano obbligate per legge a pubblicare il peso del libro.
Alcune scuole acquistano libri all'ingrosso per conto di tutti gli studenti, in modo da risparmiare sull'acquisto grazie al grande quantitativo.

Sciopero degli acquisti.
Se tutto questo non dovesse essere sufficiente, il Codacons fa un'ultima proposta: sciopero degli acquisti dei libri. E' una misura estrema, ma possibile. "I genitori debbono rifiutarsi di acquistare i libri troppo cari e, così come già avviene per i farmaci equivalenti, debbono poterli automaticamente e liberamente sostituire con dei testi uguali che rientrano nei tetti di spesa stabiliti". E ovviamente un aiuto arriva dai libri on line, che gli studenti possono scaricare e leggere direttamente dal computer. "E' importante incentivare l'editoria elettronica. Attenti, però - conclude il Codacosn - se decidete di stamparli in proprio: i costi potrebbero essere superiori al vecchio e classico acquisto".


Caro-atenei, volano le tasse. Oltre al caro-libri, sulle famiglie italiane pesano anche le tasse universitarie in continuo aumento dal 2002. Nel 2007, secondo gli ultimi dati disponibili del ministero dell'Economia, ciascuno studente ha speso in tasse e contributi più di mille euro (1.035 Euro), ben 93 euro in più (+9,9%) rispetto all'anno prima quando la spesa è stata in media di 942 euro a testa (+7,7%).
Si tratta dell'incremento del decennio: nel 2002 per iscriversi all'università bastavano 742 euro. In cinque anni, quindi, ogni famiglia per far proseguire negli studi i propri figli ha sborsato quasi 300 euro in più (293 euro, con un aumento del 39,5 per cento).
Complessivamente, spiega il Tesoro nella relazione generale sulla situazione economica del paese nel 2008, nel 2007 il gettito proveniente dalle famiglie per l'università è stato di più di 2 miliardi, considerando i corsi di laurea e post laurea sia statali che non statali, comprese le università telematiche in espansione.
Le risorse private hanno rappresentato il 32,3% del totale dei finanziamenti, mentre la quota del pil destinata a finanziare il sistema universitario rimane stabile allo 0,80 per cento. Invece, le risorse pubbliche destinate all'istruzione universitaria sono state di circa 18 miliardi, con un aumento nell'ultimo decennio del 23%. Nel 1998 ammontavano, infatti, a 14,914 miliardi.
(24 agosto 2009)

.Articolo tratto da www.repubblica.it

 

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