Un Doblò per Totò

28 maggio, 2010

Berlusconi cita Mussolini all'Ocse "Io non ho nessun potere"

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Durante la conferenza stampa a Parigi il presidente del Consiglio riporta una frase dai diari del Duce.  Bindi (Pd): "Ma allora che ci sta a fare a Palazzo Chigi?". Orlando (Idv): "Si prenda un periodo di riposo"

PARIGI - Conferenza stampa del vertice Ocse a Parigi. L'Italia è presidente di turno. E Berlusconi cita i diari di Benito Mussolini. ""Come primo ministro non ho mai avuto la sensazione di essere al potere, quando ero imprenditore e avevo 56mila collaboratori avevo la sensazione di avere del potere. In una vera democrazia sono al servizio di tutti, tutti mi possono criticare e magari anche insultare. Chi è in questa posizione non ha veramente potere",  dice il presidente del Consiglio. Poi tira in ballo i diari del Duce, letti "recentemente": "Oso citarvi una frase di colui che era considerato come un grande dittatore: dicono che ho potere, ma io non ho nessun potere, forse ce l'hanno i gerarchi, ma non io. Io posso solo decidere se far andare il mio cavallo a destra o a sinistra, ma nient'altro". "Lo stesso succede a me, tanto che tutti hanno il diritto sia di criticarmi che di insultarmi...", aggiunge il premier. "Quindi - conclude - il potere se esiste non esiste addosso a coloro che reggono le sorti dei governo dei vari Paesi". Il che non impedisce che Berlusconi vanti durante la conferenza stampa un gradimento altissimo: "Malgrado la manovra di sacrificio, il mio apprezzamento come primo ministro è oltre il 62%".
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LE REAZIONI. Le parole di Berlusconi suscitano immediate reazioni in Italia. "Citare Mussolini durante l'incontro dell'Ocse a Parigi - commenta il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando - è l'ennesima gaffe internazionale di un capo del governo che scherza su tutto, ormai privo di ogni freno inibitorio". E ancora: "Quello del presidente del Consiglio è l'atteggiamento di chi vive una profonda condizione di insicurezza. Noi riteniamo che Berlusconi debba dimettersi oppure si debba concedere un periodo di riposo per il bene dell'Italia. Limiti i danni che sta facendo alle credibilità del nostro Paese e ai diritti degli italiani e ci risparmi almeno  il saluto romano e la camicia nera".

"Ma se Berlusconi non ha potere, cosa ci sta a fare a Palazzo Chigi? Oppure sta dando del gerarca a Tremonti?", si chiede Rosy Bindi, vicepresidente della Camera e presidente dell'assemblea del Pd. "Non vedo l'ironia - continua - nella citazione di un dittatore che ha dominato con durezza e violenza l'Italia e che ha usato con grande spregiudicatezza la comunicazione per mistificare la realtà e ingannare gli italiani che ha precipitato in una terribile guerra mondiale. Non vorrei che le parole del premier tradissero in realtà l'insofferenza, altre volte dichiarata, per i limiti e le articolazioni del potere che sono alla base dei sistemi liberaldemocratici. Ma prendere esempio da Mussolini per dolersene, in un contesto internazionale, è davvero surreale".
Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria del Pd, ricorda che "l'Italia ha una storia che nessuno, nemmeno il presidente del Consiglio, può permettersi di banalizzare o di distorcere. Non erano pochi i poteri di Mussolini e non lo sono stati per venti lunghi anni di dittatura con tutte le tragedie che questo ha comportato". "Berlusconi eviti di utilizzare per l'ennesima volta un incontro internazionale come una passerella per esibirsi in show di cattivo gusto - aggiunge l'esponente democratico - Nel momento in cui si chiedono sacrifici ai cittadini italiani, a chi ha la responsabilità di governo è richiesto un di più di sobrietà e di serietà. Quanto all'attualità nessun governo ha mai avuto una maggioranza parlamentare così ampia. Questa forza nei numeri non ha evitato al governo un grave fallimento della sua politica economica, evidentemente non è questione di poteri ma di idee. Infine, a proposito i diari di Mussolini, se sono quelli che gli ha passato Dell'Utri, sono falsi".
Per il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, "le parole pronunciate da Berlusconi a Parigi suonano come un'umiliazione della democrazia e della Costituzione su cui il presidente del Consiglio ha giurato e che, lo ricordiamo, nasce proprio dalla vittoria sul fascismo". "Con l'autoparagone a Benito Mussolini - prosegue - Berlusconi conferma la sua tentazione di voler creare le condizioni per una svolta autoritaria, accentrando in sé tutti i poteri, e dimostra che il rischio concreto di una svolta antidemocratica in Italia esiste".
IL PRECEDENTE. Non è la prima volta che Berlusconi cita Mussolini. La gaffe più clamorosa risale al settembre 2003. In quella circostanza il Cavaliere consegnò a un giornalista straniero parole destinate a suscitare un'aspra polemica politica. Il concetto espresso era il seguente: "Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, Mussolini mandava la gente a fare vacanza al confino". All'epoca il cronista del britannico The spectator saltò sulla sedia, al pari dell'opposizione che gridò all'apologia del fascismo. Poco dopo Berlusconi tentò di correre ai ripari: "Non ho mai inteso rivalutare Mussolini, ho reagito da patriota, da italiano vero, rispetto a una comparazione tra Mussolini e Saddam Hussein che non ho accettato. Ancora una volta la sinistra strumentalizza una chiacchierata estiva. Si tratta di una nuova puntata di un tormentone...".
Il caso cui fa riferimento Migliavacca risale invece al 2007, quando Marcello Dell'Utri annunciò di aver ricevuto dai figli di un partigiano deceduto cinque presunti diari manoscritti dal Duce, contenenti appunti dal 1935 al 1939. Alcuni storici come Francesco Perfetti li giudicarono autentici, altri come Giovanni Sabatucci, Valerio Castronovo, Emilio Gentile e Denis Mack Smith manifestarono scetticismo. In seguito L'espresso pubblicò i risultati di uno studio approfondito 2 che chiarisce come si tratti di un falso: Gentile e il presidente dei grafologi italiani Roberto Travaglini constatarono macroscopiche discrepanze storiche e una calligrafia non riconducibile a Mussolini. Questi diari non erano una novità: per la prima volta comparvero nel 1980, offerti in vendita al Time di Londra che li fece visionare ad alcuni esperti e  li rifiutò. Nei primi anni '90 vennero proposti alla casa d'aste Sotheby's che ne certificò la falsità. Nel 1992 qualcuno provò a venderli all'editore Carlo Feltrinelli 3 e anche stavolta furono rifiutati. Nel 2004 toccò all'Espresso 4 che li fece analizzare da Gentile e Travaglini e non li comprò. Tre anni più tardi furono acquistati da Dell'Utri che malgrado l'opinione di tanti esperti continua a proclamarne l'autenticità.

(27 maggio 2010)

Articolo tratto da www.repubblica.it

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