Un Doblò per Totò

04 febbraio, 2010

L'assistenza ai disabili? Sì, ma solo per telefono

 

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SAN BONIFACIO. Personale allo sportello e ambienti puliti, c'è il problema del sottopassaggio
La stazione è abilitata al servizio per i portatori d'handicap: va prenotato a un numero verde ma non si riesce a prendere la linea

 

C'è un cartello, nella hall della stazione di San Bonifacio, con scritto a caratteri cubitali: «È disponibile su prenotazione il servizio di assistenza per chi ha mobilità ridotta telefonando al numero 199.89.20.21 e selezionando 7». Ci proviamo. Risponde una gentile signorina di Trenitalia che prima, un po' confusa, dice di rivolgerci direttamente alla stazione di partenza e poi «no, è meglio chiamare a quest'altro recapito: 199.30.30.60». Parte la musichetta della sezione per la «clientela disabile» che invita a digitare «1» per contattare gli addetti al servizio. Lunghi minuti di squilli a vuoto. Poi, cade la linea. Continuamente. Il nostro ipotetico viaggiatore su carrozzina dovrà arrangiarsi (qui come nella maggior parte delle stazioni veronesi) a prendere il treno a San Bonifacio: affar suo scendere e risalire i gradini del sottopassaggio per arrivare al binario.
Appena dentro, nella hall, l'obliteratrice non funziona (quelle esterne sì) e anche il monitor che segnala il traffico è guasto. La sala d'aspetto è nuova, molto ampia e riscaldata. I bagni, lungo il binario 1, sono freschi di lavori: completamente rifatti, puliti e ben tenuti, pensati - quelli sì - anche per la «clientela disabile».
È grande la stazione di San Bonifacio: innanzitutto è presenziata, con personale alla biglietteria cui rivolgersi per ricevere informazioni. È grande anche il parcheggio: un po' spostato rispetto all'ingresso, è stato realizzato qualche anno fa per far fronte alla necessità dei tanti pendolari (1.203 al giorno) che lasciano l'auto al mattino e la recuperano a sera, lavoratori e studenti diretti a Verona, Padova e Venezia. San Bonifacio è in posizione strategica rispetto a queste grandi città e, sebbene Fs abbia deciso di sopprimere parte dei treni, il trasporto su rotaia resta comunque una valida alternativa a macchine e pullman. La protesta, nel dicembre del 2007, era stata pesante - «occuperemo i binari» avevano denunciato sui giornali i pendolari - ma non fu sufficiente a far cambiare idea all'azienda: le 18 corse dell'Intercity cancellate, alcune negli orari di punta, non sono state più riattivate. Gli utenti si sono adeguati «ma questo non significa», spiega Emma Bolla universitaria a Milano, «che vada tutto bene: viaggiamo in condizioni pietose, solo posti in piedi stipati come sardine. E paghiamo. È vergognoso».
Camilla Ferro

Camilla Ferro

04/02/201o

Articolo tratto da http://www.larena.it/

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