Un Doblò per Totò

13 gennaio, 2010

Tasse, scontro governo-opposizione Berlusconi: "Non le riduco". Pd: "Irresponsabile"

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Il premier: "Il debito pubblico comporterà una spesa di 8 miliardi di euro all'anno"
"In questa situazione è fuori discussione poter pensare di intervenire"

top al quoziente familiare, mentre slitta la riforma del fisco. Tremonti: "Sfida da affrontare"
Epifani: "Basta far pagare lavoratori e pensionati". Di Pietro: "Cavaliere imbroglione"

ROMA - "L'attuale situazione di crisi non permette nessuna possibilità di riduzione delle imposte". Silvio Berlusconi, nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, nega che nel futuro del governo ci sia un taglio delle tasse. Scatenando la reazione dell'opposizione che accusa il premier di non mantenere le promesse fatte e di governare in modo "irresponsabile". 
"La situazione attuale del debito pubblico comporterà, solo di interessi, una spesa di 8 miliardi di euro all'anno. In questa situazione - sottolinea il premier - è fuori discussione poter pensare a un taglio delle imposte". D'altro canto, continua Berlusconi, "non abbiamo introdotto nessuna tassa nuova, non abbiamo messo le mani nelle tasche degli italiani, nemmeno nell'ultima Finanziaria". Tutto fermo quindi. Nonostante le Regionali alle porte. "Non iniziamo la campagna elettorale con programmi che prevedano tagli o riduzioni delle tasse" ribadisce Berlusconi.
Nel cassetto anche il quoziente familiare. Che il governo non pensa affatto di introdurre. Almeno per ora. "E' un impegno elettorale - spiega il Cavaliere - ma purtroppo oggi non c'è alcuna possibilità che si proceda in questa direzione a causa delle condizioni del bilancio dello stato".
Nulla di fatto anche per quanto riguarda la semplificazione del sistema tributario. Di cui il premier aveva parlato in un colloquio con Repubblica. "Sarà un lavoro lungo, duro. Spero che possa essere sufficiente un anno, ma è un lavoro davvero improbo" continua il premier. Che ha negato che durante il cdm siano state avanzare proposte di riduzione a due aliquote

 

o di abbassamento a otto imposte. Il problema, però, esiste. "Siamo di fronte a un caso - aggiunge il presidente del Consiglio - che ci impone una semplificazione. Anche i commercialisti si mettono le mani nei capelli quando devono interpretare queste norme". Sulla scia del premier si mette anche il ministro dell'Economia Giulio Tremonti: "Dobbiamo porci la sfida di un grande cambiamento del sistema fiscale: l'ideale sarebbe un sistema efficace e giusto, quello che c'è adesso non è tanto efficace e non è neanche tanto giusto".
Immediata la reazione del Pd: "Quando si parla di interventi per le famiglie e il lavoro la crisi non c'è, quando si parla di ridurre le tasse la crisi c'è. Quando si tratta di far propaganda si fa la riforma fiscale, quando si tratta di passare all'atto pratico si fa la giravolta. redo che questo sia un modo irresponsabile di governare" attacca il segretario Pierluigi Bersani. Anche dall'Idv arriva la consueta bordata al premier: "Finalmente Berlusconi ha detto qualcosa di vero e che condividiamo. Ha infatti confessato di essere un imbroglione e di aver preso in giro gli italiani fino a ieri, dicendo loro che avrebbe provveduto a ridurre le tasse e ad introdurre il quoziente familiare. E invece oggi si e' rimangiato tutto" afferma in una nota Antonio Di Pietro. Ed anche dall Cgil arrivano reazioni negative. "Bisogna ridurre le tasse a partire da quest'anno, non è accettabile che un giorno si dica una cosa e un altro si dica il contrario, e soprattutto che i lavoratori e i pensionati paghino sempre più tasse" sottolinea il segretario generale Guglielmo Epifani. Fiducioso, invece, il leader leghista Umberto Bossi: "Adesso c'è la crisi, per qeust'anno non si può fare perchè il debito pubblico è cresciuto tanto, ma se Berlusconi dice che le tasse si taglieranno, si farà".

(13 gennaio 2010)

Articolo tratto da www.repubblica.it

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