Un Doblò per Totò

25 gennaio, 2010

Padova. Lo Stato taglia i finanziamenti: studenti ciechi restano senza aiuto

 

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Chiusa l'unica sede veneta del "Libro parlato": «Hanno
sacrificato la nostra regione perché è più ricca di altre»

 

PADOVA (25 gennaio) - Hanno chiuso la struttura di Padova del "Libro parlato". Era un servizio che registrava su cassette audio e cd-mp3 libri per persone ipo e non vedenti a prestito gratuito. Si trovava in via Braille ed era l’unica sede del Veneto. Dal 31 dicembre scorso le due dipendenti, una delle quali non vedente, sono state licenziate. Stessa sorte per i numerosi volontari che registravano, lasciati a casa nonostante l’esperienza maturata in anni di collaborazione.
«Ho telefonato a Roma e Giacomo Elmi, capo servizio del Centro nazionale del "Libro parlato" - racconta Stefano Miotti, 31 anni, di San Giorgio in Bosco - Dopo diversi tentativi di chiarimento mi è stato riferito che sono diminuiti i finanziamenti dello Stato. Tra le varie strutture hanno deciso di sacrificare quella in Veneto, perché è una regione più ricca delle altre. I nostri politici parlano tanto di difendere gli interessi del territorio, ma poi spariscono servizi storici e di civiltà come questo. Sto facendo una raccolta di firme perché venga ripristinato. Per chi fosse interessato mi contatti alla mail stefanovick@libero.it».
Stefano è iscritto all’Università di Padova. Il dieci febbraio ha un esame, ma non riesce a studiare su un libro normale. Purtroppo, una decina di anni fa la sua vista è fortemente diminuita a causa di una malattia, la retinite pigmentosa, che non gli ha però impedito di laurearsi in lingue con centodieci e lode, di trovarsi un lavoro anche se a termine e di assecondare il suo amore per la storia iscrivendosi ad una seconda laurea. Ce l’ha fatta anche grazie all’aiuto del "Libro parlato", ma ora questo servizio è stato soppresso.
«Ci sono tante persone nelle mie stesse condizioni - prosegue Stefano - Il libro che mi serve è già stato registrato, ma da quando hanno chiuso il servizio è diventato inaccessibile anche l’archivio. Anche l’Università di Padova ha un servizio di scannerizzazione testi, per aiutare gli studenti in difficoltà. Ma non si può paragonare all’alta qualità che garantiva il "Libro parlato". Siamo di fronte ad una grave discriminazione».

di Giovanna Frigo

Articolo tratto da www.ilgazzettino.it

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