Un Doblò per Totò

14 gennaio, 2010

L’Aquila: a 9 mesi dal sisma, molti i disabili non riescono a riappropriarsi della normalità

 

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Per le persone disabili la strada sembra ancor più in salita. Le storie di chi si trova "prigioniero" abitazioni nuove ma non accessibili, o chi preferisce rimanere nei moduli abitativi provvisori, sempre che vengano consegnate

L'AQUILA - G.L. ha trentaquattro anni. Dal 23 dicembre risiede con sua madre in uno degli alloggi del piano C.a.s.e, abita sulla via dedicata a De Andrè, proprio a chi in tante delle sue canzoni ha parlato degli ultimi, dei più deboli, di chi si è visto negati i propri diritti. Un po' come G. che vive su una sedia a rotelle e che dopo 8 mesi e mezzo passati rimbalzando fra vari hotel della costa e una delle caserme cittadine, si trova ora in una "gabbia dorata" dalla quale non riesce ad uscire. Il suo alloggio, infatti, è al piano terra di una palazzina antisismica sprovvista, però, di una via d'accesso adatta alla mobilità di un disabile. Intorno alla struttura ci sono solo terra, ghiaia e un marciapiede impraticabile a causa del materiale edile abbandonato lì e che rappresenta un ostacolo per la sedia a rotelle. "A rendere ancora più ‘inespugnabile' l'appartamento - spiega sua sorella - è la mancanza di un ascensore che potrebbe portare G. e un altro disabile suo dirimpettaio, al piano dei pilastri dove vengono parcheggiate nottetempo le auto. In pratica, queste due persone disabili non possono uscire da soli di casa perché resterebbero infangati o rischierebbero di cadere a causa della ghiaia, e non possono essere facilmente ‘prelevati' perché manca un ascensore. Per farli uscire  di casa, - conclude la signora - occorrono due persone che li trascinino sulla terra e la ghiaia e che li aiutino a salire in un'auto parcheggiata sull'asfalto. Fa arrabbiare la storia perché basterebbe davvero poco per garantire a queste due persone la propria autonomia: una passerella asfaltata".

Una richiesta simile è stata fatta dal nipote di un'altra disabile residente nel piano C.a.s.e. che al momento della firma del contratto di locazione ha fatto notare che l'appartamento assegnato alla vecchina è "inaccessibile". La risposta della Protezione civile è stata impeccabile: "Provvederemo al più presto". Il contratto è stato firmato il 7 gennaio, per il momento di passerella o ascensore neanche l'ombra.

Temendo simili avversità, un altro disabile, 40 anni, padre separato, residente nella frazione di Pianola, a pochi chilometri dal centro del capoluogo abruzzese, ha scelto una sistemazione nei M.a.p., moduli abitativi provvisori, ovvero casette di legno ritenendola più "accessibile". Peccato che la consegna delle casette di legno, prevista per dicembre sia slittata a data da destinarsi. L. T. è costretto a viaggiare in auto ogni giorno dall'hotel sulla costa dove alloggia da aprile, fino all'Aquila, dove lavora presso un ente pubblico che non gli ha concesso il trasferimento in una sede distaccata nella provincia di Teramo.

Come loro, sono moltissimi i disabili che a 9 mesi del terremoto non riescono a riappropriarsi della loro normalità. All'Aquila, inutile nasconderlo, nessuno, forse, è riuscito a farlo, ma per i disabili la strada sembra ancor più in salita.

(Elisa Cerasoli)

(14 gennaio 2010)

Articolo tratto www.superabile.it

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