Un Doblò per Totò

02 luglio, 2009

Il Vaticano: 'Non demonizzare lo straniero'. Caritas: 'E' un pacchetto insicurezza'

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Il responsabile vaticano per l'immigrazione, mons. Antonio Maria Vegliò, chiede che non vengano demonizzati o riminalizzati gli stranieri.   Nel giorno in cui è stato approvato il pacchetto sulla  sicurezza, l'esponente della Santa Sede, in un articolo su "Aggiornamenti Sociali", critica chi vede nell'immigrazione «un'invasione dalla quale bisogna difendersi».
In materia di immigrazione l'autorità dello Stato a stabilire le modalità di entrata e permanenza sul proprio territorio, è vincolata «dalla ratifica dei trattati internazionali e dal rispetto di due principi etici: la tutela della dignità della persona» e la convinzione che «tutta l'umanità, al di là delle distinzioni etniche, nazionali, culturali e religiose, formi una comunità senza discriminazioni tra i popoli, che tendono alla solidarietà reciproca» - ha precisato mons. Antonio Maria Vegliò -. Ciò significa che i «i diritti umani fondamentali, garanti della dignità della persona, devono essere pienamente assicurati. Analogamente va detto per i doveri, che tutti devono assumersi per garantire la reciproca sicurezza, lo sviluppo e la pace».
Anche la Caritas, da sempre vicina ai migranti, prende posizione sulle misure varate dal governo a colpi di fiducia. « Un pacchetto 'insicurezzà che non sarà di beneficio a nessuno. Il reato di clandestinità colpirà anche le badanti irregolari e i lavoratori stranieri in nero; inciderà negativamente sulla salute della collettività e farà aumentare i costi di gestione dei centri di identificazione ed espulsione, sottolinea Oliviero Forti, responsabile dell'ufficio immigrazione della Caritas italiana.
Le forze dell'ordine e gli uffici giudiziari - si domanda Forti - saranno in grado di dare seguito alla norma, dal momento che già ora sono in affanno?». Secondo la Caritas, con questo provvedimento rischiano l'espulsione «più di mezzo milione di badanti» senza permesso di soggiorno e «oltre 600 mila lavoratori stranieri irregolari». I dati sono desunti dall'ultimo decreto-flussi: «700 mila domande presentate a fronte di 70 mila posti disponibili», dice Oliviero Forti. Quindi, d'ora in poi, anche un operaio straniero che viene sfruttato commetterà reato: datore di lavoro e lavoratore saranno entrambi perseguibili per legge.
Reato di clandestinità, aumento della permanenza degli irregolari nei centri di identificazione ed espulsione, obbligo per gli immigrati di esibire il permesso di soggiorno per accedere ai pubblici servizi e agli atti di stato civile, ronde senza armi, registro dei clochard: «Tutto questo migliorerà veramente la sicurezza dei cittadini italiani - si chiede Oliviero Forti - o piuttosto aggraverà il bilancio dello stato e darà il via a un clima di sospetto diffuso?
Per il responsabile dell'ufficio immigrazione della Caritas, «il rischio - a parte la deriva culturale - è che gli stranieri senza permesso di soggiorno non andranno più dal medico per paura di essere denunciati, con pesanti ricadute sulla salute dell'intera collettività, mentre l'aumento della permanenza degli irregolari nei centri di identificazione ed espulsione ne farà lievitare i costi di gestione».
La nuova legge, quindi, «non sarà di beneficio a nessuno. Parlamento e governo - conclude la Caritas - hanno avuto una visione poco realistica delle cose, ma forse gli intenti erano altri: non certo quelli di risolvere i problemi dell'immigrazione irregolare in Italia nè della sicurezza dei suoi cittadini».

02 luglio 2009

Articolo tratto da www.unità.it

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