Un Doblò per Totò

11 aprile, 2009

"La verità è un dovere verso le vittime e ora controlli sulla ricostruzione"

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Il procuratore dell'Aquila: "Pronti a sequestrare le macerie e a sigillare le strutture
In casi come quello dell'ospedale scatta l'obbligatorietà dell'azione penale"

 

Sarà ascoltata la giovane che per paura aveva abbandonato lo studentato
"Occorre vigilare sulle infiltrazioni della mafia nella ricostruzione"

 

L'AQUILA - "Di certo abbiamo il dovere di verificare se alcune palazzine siano davvero state costruite utilizzando sabbia marina, come ci viene segnalato da più parti. O in altri casi ancora senza ferro", dice il procuratore capo Alfredo Rossini. Si lavora in Procura, anche se gli uffici sono diroccati. Anche se non c'è un computer disponibile e il procuratore è stato costretto a scrivere la convalida dei primi 205 morti su un foglietto, a mano. Anche se i magistrati si riuniscono in piazza per evitare pericoli e alcuni agenti della polizia giudiziaria di giorno indagano e di notte dormono in auto. "Lo dobbiamo alle vittime e ai loro parenti - dice il procuratore - oggi finalmente abbiamo trovato anche un ufficio dove sistemarci provvisoriamente".
Procuratore, sarà un'inchiesta complicata.
"Sicuramente. Siamo di fronte ad una vasta tragedia che ha colpito 290 vittime accertate, per ora. Non sappiamo quando si fermerà questo drammatico elenco. Poi l'area coinvolta dal sisma è molto vasta. Ma tutto questo non ci spaventa, focalizzeremo l'attenzione su alcuni palazzi piuttosto che su altri, in base a degli accertamenti preliminari".
Come la casa dello studente, edificio di cui la Regione è proprietaria senza sapere nemmeno di esserlo...
"Certo, ma non mi faccia fare l'elenco, sono elementi sensibili coperti da segreto istruttorio".
Indagherete anche sull'ospedale, inagibile per le scosse dopo meno di nove anni dalla sua inaugurazione?
"Non le posso dire di no, mi sembra scontato che in casi come questi scatti l'obbligatorietà dell'azione penale".
Certo, anche il tribunale...
"Lasciamo perdere, non andiamo oltre".
Le macerie, in questi casi, sono il corpo del reato. Le sequestrerete?
"Certo, anche se dobbiamo decidere se prelevare dei campioni o porre i sigilli alle intere strutture. Vedremo, è ancora prematuro parlarne".

Lei, in qualità di capo della direzione distrettuale antimafia per l'Abruzzo, avvierà anche un controllo sul rischio d'infiltrazione della criminalità organizzata sulla gestione dei fondi della ricostruzione.
"Purtroppo la nostra esperienza ci dice che questo è un altro degli aspetti fondamentali che dovremo verificare. Occorre vigilare prima, magari analizzando a fondo tutte le ditte che parteciperanno alle gare d'appalto, piuttosto che aspettare che si compiano altri reati".
Fino a ieri le riunioni della Procura si sono svolte in piazza Duomo, davanti ad una montagna di detriti. È qui che il capo della Procura ha firmato i documenti necessari per richiedere le prime perizie tecniche. Perizie anche sulle macerie del terremoto che sono il corpo del reato e saranno sequestrate. Dovranno essere analizzate. Ma non subito. Solo dopo che gli inquirenti avranno acquisito agli atti, tutti i documenti utili a ricostruire la storia degli edifici che sono all'attenzione degli investigatori. L'elenco per ora è coperto da segreto, ma alcune sembrano certe: la casa dello studente, il tribunale, l'ospedale e una lunga serie di palazzine divenute - con il terremoto - trappole mortali. La procura probabilmente ascolterà come testimone anche Carmela Tomassetti, studentessa di Celano, che dice di aver abbandonato la "casa dello studente" dopo le scosse del 31 marzo, allarmata da una profonda crepa al secondo piano, più volte segnalata agli organi tecnici dell'azienda del diritto allo studio.
Ad operare le verifiche sui palazzi saranno diversi team composti da tre tecnici, uno della protezione civile, uno dei vigili del fuoco e un perito civile. Man mano che emergeranno elementi di sospetto, sulla qualità dei materiali, sulle tecniche di costruzione, sul rispetto dei progetti e sulla compatibilità geomorfologica, i vigili del fuoco riferiranno agli inquirenti.

di GIUSEPPE CAPORALE

 

(11 aprile 2009)

Articolo tratto da: www.repubblica.it

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