Un Doblò per Totò

30 aprile, 2009

L'Aquila, anche le scuole erano a rischio Ignorato studio della Regione del 2004

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Dopo l'elenco con i 137 palazzi con «criticità strutturali», molti dei quali sono stati rasi al suolo dalla scossa del 6 aprile, ecco una seconda lista dimenticata con l'elenco di 143 istituti scolastici a rischio sisma e i milioni necessari per salvarli. Intanto la Regione riattiva il sito internet con il dossier sui palazzi di cartapesta e si giustifica: «C'è stato un problema tecnico»

 

L'AQUILA. La procura ne ha sequestrate tre per disastro colposo, la Regione ne aveva testate 143: tutte scuole a rischio, tutte con urgenti e costosi lavori di «adeguamento strutturale» che per la De Amicis di piazza del Teatro sfioravano i sei milioni di euro e per la Dante Alighieri i 3 milioni e 400 mila euro. Spunta un secondo elenco dei disastri annunciati, dell'allarme ignorato, del rischio insabbiato. E' l'elenco delle scuole dell'Aquila, stilato nel 2004.
Lo hanno dimenticato per 5 anni. E dopo il sisma è diventata anche una lista «oscurata». Esattamente come quella dei 137 palazzi di cartapesta, pubblicata ieri dal Centro, fatta dalla società Collabora-Abruzzo Engineering già nel 2006 per conto della Protezione civile Abruzzo. Ma ieri mattina all'improvviso i due dossier sono riapparsi sul sito della Regione.
IL DOSSIER IGNORATO Uno studio del 2006: 137 palazzi a rischio
LA MAPPA Gli edifici a rischio sisma e i danni subiti
QUANTI MORTI? All'occhio balza subito un dato, calcolato per ciascuna delle 143 scuole inserite nel secondo elenco dimenticato. Il dato si chiama Irs, indice di rischio sismico. A pagina 3 della scheda che accompagna la scuola De Amicis, che si trovava in una delle zone più ferite dal sisma, viene spiegata questa sigla allarmante: «L'Irs è il prodotto della probabilità di collasso annuo e del numero di vittime attese».
Persino i possibili morti erano stati calcolati. E' come se gli esperti del progetto pilota - pagato dalla Regione sempre alla società Collabora-Abruzzo Engineering, e chiamato «Edilizia scolastica e rischi territoriali» - si aspettassero già dal 2004 la catastrofe d'Abruzzo.
Eppure la lista delle scuola pericolose - come quella dei 137 palazzi pubblici con «criticità strutturali del cemento armato» che inglobava la Casa dello studente, una tomba per otto ragazzi, e l'ospedale San Salvatore, inagibile e sequestrato - è rimasta solo una lettera morta. Ma se il terremoto fosse avvenuto di giorno con i bimbi dietro ai banchi?

I LAVORI A SEI ZERI. E' impossibile non farsi questa domanda di fronte al secondo elenco, che pubblichiamo, con cui si consigliavano lavori di adeguamento strutturale che sarebbero costati anche cifre a sei zeri. Come nel caso del convitto Cotugno (5milioni e 391mila euro) sequestrato dalla Squadra Mobile. Oppure le scuole medie Mazzini (2.250.000 euro) e Bafile (2.227.500). O lavori con costi meno alti, come i 500 mila euro complessivi da spendere per mettere al sicuro i piccoli della materna di Pettino (in via Madonna di Pettino) della elementare della stessa frazione (in via Antica Arischia) e della elementare di Coppito, tutte e tre con i sigilli della procura perché i consulenti hanno scoperto gravi irregolarità strutturali. Cosa dice il procuratore Rossini dei due elenchi pubblicati dal Centro. «Ci interessano molto. Tutto interessa per la nostra inchiesta», è la risposta.
QUALI REAZIONI? In tre sapevano delle liste dimenticate. Lo sapeva la Protezione civile, che aveva incaricato la società Collabora-Abruzzo Engineering; lo sapeva quest'ultima, che ha eseguito tre anni di sopralluoghi e lo sapeva la Regione, sul cui sito sono stati inseriti gli elenchi. Ma nessuna reazione, tranne un laconico comunicato in cui Domenico Longhi, direttore della «struttura sistema informativo regionale» nega che il sito fosse stato oscurato subito dopo il sisma; spiega che si è trattato di «un disservizio tecnico del server» per l'inaspettato numero di accessi. E fornisce un numero (3204375486) cui rivolgersi se la lista dei crolli annunciati, delle case e delle scuole di cartapesta, dovesse sparire ancora senza un perché.

di Lorenzo Colantonio

(30 aprile 2009)

Articolo tratto da http://ilcentro.gelocal.it/

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