Un Doblò per Totò

01 aprile, 2009

Disabili in stazione. Un percorso ad ostacoli

 

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PARMA - I disabili devono avere le idee chiare se vogliono prendere il treno: non sono previste decisioni dell’ultima ora. L’ostacolo sono i 32 gradini, persino più ripidi rispetto alla scalinata della vecchia stazione, che portano dalla stazione temporanea di piazzale Dalla Chiesa ai binari. C’è il montacarichi, ma va prenotato (dalle 7 alle 21, a un numero di Bologna) dodici ore prima del viaggio: solo così l’addetto della Cooperativa Facchini di Bologna (che gestisce alcuni servizi della stazione) l’azionerà con una chiavetta. Una decina di richieste al giorno, ci spiegano.

E’ solo uno dei disagi che i portatori di handicap devono subire per prendere un treno. In questo, nulla è cambiato dalla vecchia alla nuova - sia pur provvisoria - stazione. Ed è quello che fa uscire dai gangheri Bruna Bucci Guerra, presidente di «Alba» (Associazione per la lotta alle barriere architettoniche). «E’ un temporaneo che durerà comunque anni, e non mi si può rispondere che era così anche prima. Questa poteva essere l’occasione per fare una struttura europea e rispettosa delle esigenze dei disabili», dice.

Di europeo, per ora, c’è il nome: «temporary station». Non ci sono invece gli stalli per le auto dei disabili; nessuna delle tre biglietterie automatiche sono accessibili a chi si trova sulla carrozzina; scomode anche le macchinette per vidimare i biglietti; una «tagliola», per chi non si muove sulle proprie gambe, la porta di accesso alla sala d’aspetto. «Cosa costava fare una porta scorrevole?» dice la Bucci Guerra.
Per vedere quello che abitualmente non si vede, «bisogna immaginarsi su una carrozzella, magari anche con le braccia che si muovono a fatica», suggerisce la presidente di Alba con l’indignazione di chi ha scoperto la disabilità curando il proprio figlio. Allora tutto diventa inutilmente difficile: i bagni senza maniglioni e tazza alta (in barba a tre leggi: la 13 del 1989, la 104 del 1992 e il decreto ministeriale 236 del 1989); le macchinette per gli snack off limits per chi non sta in piedi (niente leggi, basterebbe il buon senso); il gradino di 15 centimetri all’ingresso del bar, la pesantissima porta di accesso, il bancone troppo alto. Si salvano le biglietterie con l’operatore, ribassate rispetto a quelle vecchie, e le due biglietterie automatiche della rete regionale, ad altezza carrozzina. Un po’ poco.

E’ vero che poi, come sempre in Italia, ci si arrangia. «A volte può bastare un preavviso di sei ore per azionare il montacarichi», spiega un bigliettaio. E magari al bar il caffè te lo servono al tavolino, senza sovrapprezzo. Ma sono cortesie. «Invece è essenziale che ai disabili sia garantito, in base alle leggi, di andare dove vanno tutti» dice Bruna Bucci Guerra.

Monica Tiezzi

31 marzo 2009


Gazzetta di Parma

Articolo tratto da: www.disablog.it

Articolo originale

 

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