Un Doblò per Totò

16 maggio, 2010

Tremonti a caccia di 25 miliardi ma le tasse non saranno alzate

 

image

 

Il ministro dell'Economia promette che ci saranno solo riduzioni della spesa, anche se non strutturali. Calderoli: tagli anche ai dirigenti pubblici
ROMA - Tanti tagli e nessuna nuova tassa. La manovra da 25 miliardi prende forma sul tavolo del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, come una lunga lista di riduzioni della spesa che, anche se non strutturali, devono incidere sulle uscite almeno fino al 2012.
La parola "sacrificio" è ormai utilizzata apertamente anche dagli esponenti della maggioranza. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi spiega che si punta a "ridurre il perimetro della spesa pubblica e cambiare la composizione delle entrate". In cima alla lista dei "sacrificati" ci sono i dipendenti pubblici attraverso il mancato rinnovo del contratto di categoria e l'allungamento dei tempi per ricevere la liquidazione. Qualche risparmio può arrivare anche dalla spesa previdenziale, velocizzando l'aumento dell'età per le donne, bloccando una delle finestre per le pensioni di anzianità nel 2011 e aumentando i controlli sui trattamenti d'invalidità. Tra le ipotesi anche un nuovo contributo di solidarietà dalle pensioni più ricche.
Molto più nebuloso il fronte delle entrate, sono esclusi per ora aumenti delle tasse per la necessità di non contraddirsi rispetto ai proclami di riduzione fatti solo un mese fa, ma anche per evitare di colpire una ripresa economica già fragile. Si sta valutando un possibile intervento di sanatoria sugli immobili localizzati dall'Agenzia del territorio e finora sconosciuti al fisco. Tutte le misure abbozzate coprono una piccola parte del traguardo dei 25 miliardi, nemmeno se spalmate in due anni, e i tecnici del governo sperano di poter scendere a 22 miliari (12 ora e 10 nel 2011). Difficile da quantificare l'apporto degli "evergreen" dei decreti di copertura (la lotta all'evasione fiscale e le lotterie), quindi nelle prossime due settimane saranno considerate altre opzioni.

Il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, ha proposto "un taglio sugli stipendi dei ministri e dei parlamentari del 5%, ma anche fare in modo che la dieta, finalmente, la si faccia fare anche a tutti gli alti papaveri del pubblico". Nel mirino della Lega anche le fasce alte dei lavoratori pubblici: magistrati, manager, professori universitari. Fabrizio Cicchitto ha voluto raffreddare gli entusiasmi leghisti: "Il governo nel suo complesso prenderà le decisioni e non per sollecitazione di questa o quella forza politica che fa parte della maggioranza".
Per quanto reso più arduo dall'andamento dell'economia, nel governo non si considera un stop al federalismo fiscale, anzi Sacconi lo pone come pilastro dell'attuale strategia economica: "Con il federalismo ci sarà un incremento del capitale organizzativo con una gestione più efficiente dei servizi socio-sanitari integrati che sono l'83% della spesa corrente delle Regioni. Da un lato con l'appropriatezza dell'offerta, come già accade nel Nord, si può dare di più spendendo di meno e, dall'altro, con la deterrenza del fallimento politico si introduce si passa dall'irresponsabilità alla responsabilità della spesa". 

di LUCA IEZZI

(16 maggio 2010)

Articolo tratto da www.repubblica.it

ARTICOLO CORRELATO

"Epifani ammonisce il governo "Giù le mani da lavoro e pensioni""

 

Il mio sito è www.lucafaccio.it
La mia e-mail è: info@lucafaccio.it

Nessun commento:

Posta un commento