Un Doblò per Totò

23 giugno, 2009

Io, rifiutato dalle Ferrovie perché disabile su sedia a rotelle

Alla rubrica “Dillo al Messaggero”, mi vedo costretto a rivolgermi alla Vs. rubrica per segnalare/denunciare un grave ed illegittimo episodio di diniego al trasporto da parte delle Ferrovie delle Stato nei miei confronti che, in quanto persona con disabilità, per spostarsi usa la propria sedia a rotelle.

Il giorno 19 u.s., in previsione della mia partecipazione all’Assemblea organizzata dal Partito Radicale a Chianciano il prossimo 26 – 28 giugno, ho acquistato, tramite il sito di Trenitalia i biglietti di andata e ritorno per Chiusi Chianciano da Roma (Codice Biglietto BDRHM9 e SMXNF9) , avendo avuto cura, ovviamente, nella mia scelta, di individuare quei treni abilitati per il trasporto di persone in sedia a rotelle.

Una volta perfezionato, con il pagamento, il relativo acquisto dei biglietti e, seguendo le istruzioni riportate sul sito nella sezione apposita, ho inviato una mail alla Sala Blu di Roma di richiesta-notifica di assistenza. Per inciso faccio presente che il (199 30 30 60) “Numero unico nazionale di Assistenza clienti con disabilità”, tanto è in bella mostra sul sito, quanto è irraggiungibile o perché occupato e, quando raramente libero, dopo qualche squillo cade la linea.

Comunque la Sala Blu di Roma mi risponde “che non è possibile organizzare il suo viaggio in quanto il carrello elevatore a Chiusi risulta fuori servizio”. Risposta che respingo come del tutto offensiva per la mia dignità ed illegittima anche da un punto di vista civilistico. Infatti la transazione da me fatta tramite il sito Internet di Tenitalia, per l’acquisto dei biglietti di cui sopra, sostanzia la formale conclusione, ai sensi dell’art. 1326 c.c., di un contratto che, oltre al generico trasporto ferroviario, contiene una particolare obbligazione sulla modalità del trasporto, altrettanto cogente per il vettore ferroviario; vale a dire, che il trasporto stesso deve essere idoneo per una persona con la carrozzina; peculiarità questa garantita in modo specifico ed evidente con la presenza, accanto ai treni da me scelti, del pittogramma dell’uomo in sedia a rotelle tra la descrittiva dei servizi offerti dai treni medesimi.

In particolare faccio presente che la motivazione adottata; “il carrello elevatore a Chianciano risulta fuori servizio” è un dato inidoneo giuridicamente ad esentare dalla particolare modalità di trasporto assunta nei miei confronti; per essere giuridicamente idoneo, viceversa, questo elemento del funzionamento o meno dei carrelli elevatori, avrebbe dovuto essere riportato a monte sul sito condizionando l’offerta di treni per il trasporto di persone in sedia a rotelle. Il fatto che così non sia non può che significare che i carrelli elevatori sono apparati del tutto fungibili con altri, e che, in caso di normale manutenzione e/o prevedibili guasti, un’organizzazione, come quelle Ferrovie dello Stato, è tenuta ad assicurare la loro pronta sostituzione.

Faccio presente, inoltre, che sul piano pubblicistico la Società Ferrovie dello Stato, è obbligata in qualità di operatore del trasporto passeggeri su ferro, a garantire l’attuazione del diritto costituzionale alla mobilità sancito dall’articolo 16, che, nel caso delle persone con disabilità, è presupposto indispensabile per la piena attuazione nei loro confronti del principio uguaglianza ex articolo 3 sempre delle Costituzione.

Di fronte a tale atteggiamento, volto a negare sia il mio diritto alla mobilità che i diritti inerenti la mia dimensione politica, mi auguro che, attraverso “Dillo al Messaggero”, possa essere ripristinato il diritto, come persona disabile in sedia a rotelle e come cittadino, a recarmi in treno a Chianciano.

Infine allego qui sotto copia della mail ricevuta dalla struttura delle ferrovie deputa all’assistenza dei disabili di Roma a fronte della mia richiesta, anch’essa allegata. Cordiali saluti

Gustavo Fraticelli

(Lettera pubblicata da Il Messaggero – 23 giugno 2009)

Lettera tratta da www.disablog.it

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